Nella notte tra domenica 27 e lunedì 28 novembre ci ha lasciato Anna Solaro, una delle fondatrici del Teatro dell'Ortica, molto nota ed apprezzata nel panorama artistico genovese. 

Attrice, regista, formatrice, ha sempre utilizzato il teatro come strumento di cura per i più deboli- malati psichici, carcerati, ragazzi fragili. Un impegno nel teatro sociale che l’ha portata a dirigere per vent'anni il Gruppo Teatrale Stranità 

Da tre anni Anna Solaro lottava contro il cancro. Una malattia che per lei è diventata occasione di nuovi stimoli e obiettivi, come la creazione dei laboratori "Versi di cura", pensati per supportare i pazienti oncologici nel loro percorso dentro la malattia.

Il 14 novembre,  per questo suo lavoro, Anna Solaro aveva ricevuto il premio della rivista europea “Catarsi, Teatri delle diversità”. 

"Certi riconoscimenti - aveva scritto nel suo ultimo post - hanno la possibilità di aiutarsi a riconoscersi e a portare cambiamento culturale. Concretamente. La mia terapia oggi è diversa, la relazione con la mia oncologa è diversa. So per certo che i miei compagni di viaggio, pazienti, sanitari, familiari sono portatori di cambiamento e di sogno. Una medicina migliore, l’accesso equo alle cure, al centro la persona al di là della malattia. Io sarò attaccata alla flebo con questo riconoscimento. Una grande opportunità. E lì sotto ci sarà anche il mio Teatro (mi sento di poterlo dire) che non si è mai tirato indietro, non ha avuto paura e ha sempre lavorato sui margini per edificare territori possibili. Grazie, grazie di tutto. Immaginatemi mentre sto sorridendo".

Il messaggio sui social del "suo" teatro, il Tearo dell'Ortica:

" Cara Anna, ti siamo così grati.

Ti abbiamo visto saltare i muri, leggere fogli bianchi, cercare la libertà negli spazi angusti, stanare la luce nei luoghi più bui.

Gettare sguardi impensati anche sulla malattia.

Ti siamo infinitamente grati di averlo fatto insieme a noi.

Ci hai insegnato che cambiare sguardo è possibile.

Che l'incontro è possibile.

Che è possibile la cura.

Che la bellezza si può coltivare e spargere in mille semi.

Adesso, in questo giorno così triste, non possiamo che dirci testimoni di tutta questa ricchezza.

La porteremo avanti, continueremo a costruire impianti elettrici.

A coltivare.

Con cura". 

 

 

Anna Solaro